È più che legittimo chiedersi se il Comune di Alghero intenda ancora accompagnare la crescita del suo aeroporto, oppure se –con il recente disimpegno circa il ripianamento delle perdite gestionali accumulate dalla partecipata SoGeAAl- non abbia voluto decretare l’inizio della fine di un rapporto istituzionale nonostante la provata importanza strategica per la promozione della Città e del territorio, sia sotto l’aspetto economico che culturale e sociale.
Come ben si sa, la SoGeAAl (Società Gestione Aeroporti Alghero) era nata nel 1994, dopo che l’On. Rino Canalis (al tempo Assessore Regionale dei Trasporti) si era reso promotore della costituzione delle società di gestione per gli aeroporti di Alghero, e di Oristano (ad Olbia operava già la Geasar, a prevalente capitale privato, voluta dal Principe Karim e a Cagliari la SOGAER, voluta dalla locale Camera di Commercio).                                           La lodevole iniziativa della Regione era destinata a produrre i suoi buoni frutti soprattutto perché, soltanto grazie alle società di gestione,  gli aeroporti sardi avrebbero potuto beneficiare dei finanziamenti pubblici regionali, statali e comunitari. Erano state create, così, le premesse per voltare pagina anche in un aeroporto come quello di Alghero, fino ad allora fortemente condizionato da una burocrazia statale che –anche per le minime decisioni- aveva dovuto sottostare  sistematicamente alle politiche monopolistiche di “Alitalia”.

La SoGeAAl aveva da subito iniziato ad operare alacremente, tentando di stringere accordi con nuovi vettori aerei per nuove destinazioni in Italia ed all’estero. Ma la vera svolta avvenne nell’anno 2000 allorquando, rendendosi protagonista e pioniera dei voli Low Cost in Sardegna, stipulava un contratto di collaborazione decennale con la compagnia aerea irlandese “Ryanair” e quando, grazie ai finanziamenti reperiti in ambito nazionale e regionale, metteva in opera i lavori di potenziamento ed ammodernamento dell’aerostazione (incluso l’ampliamento delle aree destinate a parcheggio autovetture), di consolidamento della pista, di ampliamento del piazzale per la sosta degli aeromobili, di installazione dei sistemi di sicurezza, di segnaletica luminosa ed altri.  NON C’è CRESCITA SENZA RISCHI                                 Gli ingenti investimenti attivati in pochi anni, erano destinati però a determinare delle esposizioni bancarie poiché gli enti superiori eroganti, come è nella prassi amministrativa, spesso non rispettano la regolarità dei flussi finanziari e pongono gli enti beneficiari –tenuti ad o­norare comunque gli impegni contrattuali assunti con i privati esecutori delle opere- nella necessità, loro malgrado, di ricorrere all’oneroso ausilio degli Istituti di credito. 

Non va nemmeno sottovalutato che le innovazioni legislative in materia di gestioni aeroportuali hanno accresciuto i motivi di esposizione degli enti gestori -cui è assegnata la responsabilità di garantire comunque i severi livelli di sicurezza in collaborazione con altri soggetti istituzionali- anche a causa del fatto che talvolta si sono trovati costretti a svolgere funzioni suppletive nei confronti di enti correlati e con competenze complementari, ma purtroppo non ancora in grado di espletare direttamente i loro compiti istituzionali.

Se poi si considera che i costi-base per attrezzature, impianti tecnologici e del personale sono prevalentemente determinati dalle caratteristiche strutturali di un aeroporto e che essi hanno una incisività maggiore dove si registrano bassi volumi di traffico, ne consegue che l’incremento del numero dei passeggeri costituisce fattore strategico per far mutare da svantaggioso a vantaggioso il rapporto benefici/costi.                                           Quando i fattori sopra esposti -comunque fondamentali ed indispensabili per conseguire  obiettivi di crescita- si presentano in concomitanza tra loro, non può che derivarne una transitoria fase deficitaria della quale devono necessariamente farsi carico gli azionisti della società di gestione.

Il Comune di Alghero aveva da sempre messo in conto la eventualità di intervenire a supporto della SoGeAAl, logicamente nella misura della sua quota partecipativa del 10%. Così è stato fino allo scorso anno. Questo suo contributo aveva concorso al potenziamento delle infrastrutture aeroportuali ed al notevole ampliamento dei volumi di traffico (circa 750.000 passeggeri/anno in più dal 1998 al 2008). Non si dimentichi che il movimento passeggeri di un aeroporto costituisce uno dei maggiori fattori di classificazione della sua importanza e che, pertanto, il valore delle quote partecipative degli azionisti tende ad incrementarsi funzionalmente ad esso. In definitiva, la quota di qualche milione di euro oggi vale -in SoGeAAl- ben più del suo ammontare squisitamente pecuniario. Ciò avrebbe dovuto indurre il Comune di Alghero verso la scelta del ripianamento, nella prospettiva che –essendo ormai maturi i tempi per  l’ingresso dei privati- avrebbe potuto recuperare totalmente (o in parte) le proprie somme precedentemente investite nella azienda aeroportuale.

SCELTE CONTRADDITORIE

Ma il valore delle quote azionarie sarebbe oggi ancora maggiore se il Consiglio Comunale di Alghero non avesse a suo tempo deliberato per la riduzione dell’area di rispetto aeroportuale del vigente Piano Regolatore Generale. Avvenne nel marzo del 1998, sotto l’Amministrazione di Carlo Sechi e confermata, nel luglio del 2003, sotto l’Amministrazione di Marco Tedde. Errore politico dovuto alla mancanza di una visione strategica delle potenzialità aeroportuali oppure scelta consapevole di una accettazione minimale dell’idea di sviluppo, condizionata da una passiva preoccupazione di assecondare le modeste esigenze di quegli imprenditori agricoli  operanti nei dintorni dell’aeroporto?

La cancellazione della previsione di pista trasversale e la riduzione dell’area di rispetto aeroportuale ne hanno notevolmente ridotto le potenzialità di crescita e non possono che aver comportato una svalutazione delle quote di partecipazione azionaria appartenenti ai singoli soci. Approvando quelle delibere, di fatto, il Comune di Alghero votava contro i suoi stessi interessi di bilancio. È veramente difficile riconoscere in queste scelte un senso logico teso al perseguimento del principio di efficienza contabile del Comune, come altrettanto appare difficile intravedere eccellenti opportunità di sviluppo in quei territori oggetto del provvedimento di svincolo. Un qualunque perito suggerirebbe la preferenza alla utilizzazione di quei terreni per attività attinenti all’aeroporto piuttosto che per aziende agricole. Evidentemente necessiterebbe che il nuovo Piano Urbanistico Comunale voglia prevedere la valorizzazione di quei terreni in funzione delle attività aeroportuali; coinvolgere, cioè, i privati proprietari delle aree circostanti in un comune progetto di sviluppo dell’aeroporto.                                           Una scelta che il nuovo PUC non potrà eludere poiché –altrimenti- si assisterà all’addensamento di nuovi insediamenti residenziali intorno all’aeroporto destinati a condizionarne ogni ulteriore suo sviluppo anche per le inevitabili incompatibilità ambientali che saranno segnalate come inquinamento acustico (l’esperienza dell’aeroporto di Malpensa è più che eloquente). 

AEROPORTO PUNTO FRANCO

Se si rimane convinti che l’aeroporto debba continuare ad essere un’area strategica per la Città di Alghero e per il Nord-Ovest della Sardegna (sotto alcuni aspetti anche per l’intera Isola), ci si dovrà adoperare affinché possano essere conseguiti alcuni importanti obiettivi quali l’ulteriore potenziamento del traffico aeroportuale e la opportunità di accogliere compatibili attività di impresa nelle aree immediatamente limitrofe. La praticabilità di una tale prospettiva è agevolata dalla presenza, in località Monte D’Olla, del RADIO-FARO gestito dall’Aeronautica Militare. Il cielo di Alghero è quotidianamente solcato da qualche centinaio di aerei che dal radio-faro ricevono le coordinate per il mantenimento dei corretti parametri di volo nelle aerovie loro assegnate.

Una battaglia politica che conduca al riconoscimento del PUNTO FRANCO nell’area aeroportuale, dovrebbe essere uno dei maggiori obiettivi che il Consiglio Comunale della Città sarebbe bene voglia unitariamente perseguire al di là delle differenti colorazioni di partito. Il PUNTO FRANCO comporterebbe la opportunità di ottenere notevoli agevolazioni fiscali per le merci “grezze” in arrivo che, dopo essere state trasformate in loco, proseguirebbero verso le destinazioni definitive. Questo obiettivo e facilmente praticabile presso l’Aeroporto di Alghero, più che negli altri della Sardegna, quantomeno per le seguenti motivazioni:-insiste il RADIO-FARO, tra i più importanti del Mediterraneo;-dispone di ampio territorio ove ospitare opifici per la trasformazione di materie e   produzioni di provenienza estera.

GLI INTERROGATIVI DEL FUTURO

Se, però, sarà confermata la ipotesi prospettata dalla Regione, sulla base della quale la SoGeAAl verrebbe gestita dalla Geasar di Olbia, è facile intuire che queste prospettive non vengano prese in considerazione e che si venga anzi, usati quale merce di scambio, in una trattativa tra la Regione e “Meridiana S.p.A.”, il cui oggetto principale sarà rappresentato inevitabilmente dalle prospettive di sviluppo degli aeroporti di Cagliari ed Olbia, mentre quello di Alghero sarà relegato ad un ruolo meramente residuale.

La storia dell’aeroporto di Alghero dimostra che i livelli della crescita di un territorio sono determinati, seppure non in assoluto, dai meccanismi di concorrenzialità instauratisi rispetto ad altre entità affini. In molte occasioni era stata infatti scartata la ipotesi di un sistema gestionale unico regionale, proprio per poter mantenere viva la spinta territoriale a beneficio dello sviluppo della intera Regione. Fu appunto dentro questa logica, è bene ribadirlo a chi se ne fosse scordato, che Alghero portò per primo in Sardegna il fenomeno Low Cost, successivamente divenuto modello di crescita esteso agli aeroporti di Olbia e Cagliari. Il vantaggio è più che evidente per tutti i Sardi che, con molta facilità rispetto al passato, oggi si spostano agevolmente verso le diverse metropoli europee.

Per “Meridiana S.p.A.”, che ha –per quanto è dato di sapere- grossi problemi di esubero di personale come anche la necessità di rinnovare la sua ormai datata flotta aerea, sarebbe più che provvidenziale la eventuale compartecipazione finanziaria della Regione; ma a fronte di quali rischi in costi/benefici? L’unico Piano di Sviluppo industriale di cui si parla concretamente è quello di “EUROFLY”, la compagnia partecipata di “Meridiana S.p.A.” che per ora soffre di un deficit gestionale per diversi milioni di euro.

La scelta Geasar non è quindi da ritenersi oggi tanto convincente; se infatti “Meridiana S.p.A” non fosse in grado di rilanciare la sua flotta, a farne le spese sarebbero non una ma tutte e due le società aeroportuali (Geasar e SoGeAAl).

Il buon senso suggerirebbe pertanto che la SoGeAAl voglia quanto prima prediligere -nella sua autonomia gestionale che ancora vanta- l’ingresso dei privati in maniera trasparente, previa regolare gara di evidenza pubblica, e nel contempo il Comune di Alghero chiedere –attraverso patto parasociale- di poter reintegrare le proprie partecipazioni azionarie nell’arco di un ragionevole lasso di tempo.

Nelle more, si avrà così modo di sensibilizzare gli operatori economici al fine di dare vita ad apposito organismo, in compartecipazione pubblica, finalizzato alla promozione economica del territorio e a rendere virtuose le iniziative connesse con l’attività aeroportuale.

T.B. (gennaio-febbraio 2009)