Chi sarà il prossimo Sindaco di Alghero?
È la domanda che, da un po’ di tempo a questa parte, ti senti fare con crescente frequenza dal cittadino della strada. La risposta, logicamente, non può che essere vaga. Come si fa ad azzeccare la previsione con due anni di anticipo?
Però… se questa curiosità circola tra la gente, significa che nella coalizione di maggioranza c’è stanchezza,voglia di cambiamento; desiderio di rivalsa per alcuni e preoccupazione per altri.
La conferma viene anche dal “palazzo”, dove morbidamente aleggia un clima da vigilia elettorale e già c’è chi in cuor suo pensa stia per giungere il momento più propizio per sé verso la ambita carica.
Ma, in questi casi, un po’ di prudenza non guasterebbe. Intanto, vanno fatte -almeno- un paio di considerazioni: 1)- pensare ad una mera sostituzione di persone -senza aver riflettuto, con severo spirito autocritico, sulla esperienza passata ed in corso- sarebbe grave errore di ingenuità politica;2)-bandire la politica dei tatticismi perché, fatta eccezione per alcuni sporadici casi, si è spesso rivelata infruttuosa per la collettività. In chi e come, allora, l’alternativa?
Innanzi tutto si deve prendere atto che i partiti, ormai ridottisi a mero strumento di uso occasionale (periodo elettorale), si reggono sulla stampella di una legittimazione riflessa (la figura del leader di riferimento).
Secondariamente, le categorie “destra” e “sinistra”non esistono più nella loro originaria nitidezza perché si sono reciprocamente contaminate; ma i partiti, nonostante ciò, tengono a mantenere la differenziazione, almeno nominalmente, per meglio catturare la emotività dell’elettore. La conseguenza è in un falso piano di relazioni socio-culturali che finiscono per disorientare tutti ad eccezione di quei gruppi elitari che basculano, ora in un senso e ora nell’altro, con la massima disinvoltura. L’alternativa sta nel dover superare questo ingannoso rapporto esistente tra base sociale ed istituzioni.
In ambito strettamente locale, ad es., la istituzione delle Consulte cittadine -quali organismi rappresentativi dei diversi soggetti della società civile- renderebbe più trasparente e gradibile l’operato dell’Amm/ne comunale, sarebbe di ausilio ai partiti nel recupero delle buone relazioni con la base sociale e, in più, servirebbe a mitigare le sterili e strumentali contrapposizioni che a volte si ripetono in ambito istituzionale.
Pensare alla persona del nuovo Sindaco senza essersi minimamente spesi in una seria riflessione comune sul come recuperare strutturalmente il rapporto con la base sociale, significherebbe aver smarrito il senso della democrazia. A che titolo, allora, proporsi per la rappresentanza di una realtà di cui si è -nei fatti- estranei?
Tonino Baldino (novembre 2010)