La primavera del 2009 rappresenterà, per la
politica algherese, un momento particolarmente importante in relazione
ai possibili scenari che tendono a configurarsi in ambito regionale e
nazionale.
A livello nazionale, molto
dipenderà dal modello di federalismo fiscale che sarà proposto in
autunno; ma la vera discriminante, che caratterizzerà una futura
geografia politica, sarà sicuramente rappresentata dalle intese sulla
nuova Legge elettorale anche in previsione delle prossime elezioni
europee.
Al PDL, ma pure al PD, non sarà
tanto agevole ignorare le sollecitazioni che provengono da una
significativa area politica (la sinistra verdi-social-comunisti),
rocambolescamente estromessa dalla rappresentanza istituzionale in
occasione delle ultime elezioni per il nuovo Parlamento della
Repubblica; ma non sarà altrettanto agevole il dover disattendere le
proposte, a più riprese fatte dall’UDC, sulla necessità di abbassare lo
sbarramento (che attualmente penalizza i partiti minori) e di
ripristinare il voto di preferenza onde poter restituire al cittadino
quella dignità civica scippatagli dal sistema delle “liste bloccate”,
opportunamente ‘confezionato’ dalle segreterie romane dei partiti.
A livello regionale,
non può dirsi che le cose filino lisce: la politica oligarchica
condotta da Renato Soru ha finito per determinare gravi infauste
fratture nella coalizione del Centro-Sinistra; esse non saranno
ricomponibili senza una rinuncia -molto improbabile- al contestuale
controllo del PD e della Regione da parte del fondatore di Tiscali.
Si profila così, e sempre più, la possibilità di un Polo autonomistico sardo nel quale convergerebbero le componenti anti-soriane di sinistra e di centro.
Tre poli quindi, nella geografia politica regionale, destinati a rendere effervescenti i rapporti di coalizione anche in ambito comunale.
La politica algherese saprà resistere a tali sollecitazioni esterne, specie quanto più ci si accosterà alla fase di formazione delle liste regionali?
Più esplicitamente, poiché si prevede un confronto elettorale piuttosto
aspro e combattuto fino all’ultimo voto: potrà il Centro-Destra fare a
meno di una candidatura forte -quella appunto di Marco Tedde- alle
prossime elezioni regionali?
Oggi Marco Tedde rappresenta
–è irrilevante stare a sottolineare se a torto o a ragione- la massima
espressione della comunità algherese: nel Sindaco di Alghero si condensa
la forza elettorale necessaria alla elezione di un nostro
rappresentante degno del Centro-Destra in Consiglio regionale. Potrà la
nostra Città permettersi il lusso di rinunciare ad una tale
opportunità?
La tornata elettorale delle prossime regionali
costituirà quindi occasione pressoché ‘naturale’ per ricambiare una
coalizione di governo cittadino che, da un po’ di tempo a questa parte,
ha esaurito risorse ed entusiasmi iniziali mentre si trova a dover
affrontare -senza prospettiva- le conseguenze di una politica di
riduzione delle entrate.
Una crisi politica ‘pilotata’ inizia ad essere, già per alcuni addetti ai lavori, necessità obbligata.
Tonino Baldino
(ALGHERO.TV settembre 2008)